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Il commercio estero a Bologna nel 2020

Periodo di riferimento: 2020
L’analisi del commercio estero nella Città metropolitana di Bologna nel 2020 descrive battuta d'arresto sia delle esportazioni, scese poco sopra ai 15 miliardi di euro, sia delle importazioni, calate poco sopra agli 8 miliardi. L’import-export bolognese viene prima confrontato con le altre province italiane, poi si scende nel dettaglio della realtà locale, analizzando i bacini nazionali e le merci che vengono scambiate dalle aziende felsinee.

Nel 2020 le esportazioni della Città metropolitana bolognese si sono contratte in maniera sensibile; dal valore di 16,3 miliardi di euro raggiunto nel 2019 (massimo della serie storica delle esportazioni felsinee), sono infatti calate di oltre 1 miliardo di euro, superando di poco quota 15 miliardi. Nel 2019 si registra per la seconda volta una variazione negativa sull’anno prima (-7,1%); l’altra contrazione delle esportazioni è stata riscontrata nel 2009 (-25,1%). Il trend della nostra città metropolitana è comunque meno negativo sia di quello fatto registrare a livello regionale (-8,2%) che di quello nazionale (-9,7%). Tutte le regioni italiane, a eccezione del Molise (la cui bilancia commerciale è però irrisoria, dal punto di vista dei valori assoluti), sono in terreno negativo; la nostra regione mantiene la seconda posizione alle spalle della Lombardia nella graduatoria delle esportazioni.

Anche per quanto riguarda le importazioni il 2020 è stato un anno particolarmente complesso per la nostra provincia che ha visto le proprie importazioni diminuire in maniera ancor più accentuata di quanto avvenuto per le esportazioni (-10,5% sul 2019); il valore assoluto delle importazioni è sceso poco sopra gli 8 miliardi di euro. In questo caso la decrescita provinciale è stata più forte di quella regionale (-8,7%), mentre si è mantenuta sotto al livello di quella nazionale (-12,8%). Per le importazioni l'Emilia-Romagna si colloca in quarta posizione tra le regioni italiane, alle spalle di Lombardia, Veneto e Lazio.

Il calo di entità simile in valore assoluto delle esportazioni e delle importazioni, porta a un decremento contenuto dei saldi commerciali (-2,8%). I saldi delle imprese operanti nella nostra area metropolitana lambiscono la quota dei 7 miliardi di euro, in calo di 200 milioni di euro sul 2019. La bilancia commerciale emiliano-romagnola è in attivo di oltre 27 miliardi di euro, dato in contrazione di circa 2,3 miliardi di euro rispetto al 2019 (-7,6%). La nostra regione si conferma quella con il maggiore attivo a livello nazionale, con Veneto e Piemonte, in seconda e terza posizione, staccati rispettivamente di 9 e 14 miliardi di euro. Il dato italiano, in terreno positivo per quasi 64 miliardi, registra un aumento del 13,3% sul 2019; questo incremento è dovuto al calo delle importazioni, molto più rilevante di quanto sia stato quello delle esportazioni.

Questa breve nota che descrive i principali fenomeni del commercio estero nella Città metropolitana di Bologna, è stato redatto da Stefano Venuti, dell'Ufficio Comunale di Statistica, diretto da Silvia Marreddu. I dati analizzati sono stati estratti dalla banca dati del commercio estero di ISTAT (https://www.coeweb.istat.it) e sono quelli a disposizione a maggio 2020.

Import-Export delle province italiane nel 2020

Il grafico Tableau mostra l'andamento degli scambi commerciali delle province italiane nel corso del 2020. E' composto da 5 viste (dashboard), 2 relative alle esportazioni (valori assoluti delle esportazioni delle province italiane e migliori province come valore delle esportazioni), 2 relative alle importazioni (valori assoluti e province top) e 1 relativa ai saldi commerciali. Tutte le dashboard sono navigabili. L'intensità del colore corrisponde al valore assoluto rilevato dal fenomeno. E' possibile zoomare per vedere meglio il territorio indicato e inoltre, posizionandosi su una determinata provincia con la freccia del mouse, vengono evidenziati il nome della stessa e il valore in milioni di euro della variabile. I grafici stessi sono presentati in serie storica a partire dal 2011, agendo sul filtro dell'anno si può verificare l’andamento del fenomeno nel tempo.

Nonostante la rilevante flessione del 2020 Bologna, con i suoi 15,111 miliardi di euro di esportazioni, migliora la propria posizione, diventando 4^ tra le 107 province italiane, alle spalle di Milano, Vicenza e Torino, dopo aver superato Bergamo, Brescia e Firenze. Come si evince dal grafico, la maggior parte delle province caratterizzate ad elevati livelli delle esportazioni si trova nell'Italia settentrionale, con ben 19 delle 26 province il cui valore di merci vendute all'estero ha superato nel corso dell'anno solare i 5 miliardi di euro. Il momento di crisi delle esportazioni italiane si evince anche dal fatto che nel corso degli anni il numero di province che superano questa quota sia passato dalle 31 del 2016 alle 26 attuali. L'Emilia-Romagna, oltre a Bologna 4^, piazza altre 4 province in questa graduatoria: Modena 9^ (-8,2% rispetto al 2018), Reggio Emilia 13^ (-0,3%), Parma 19^ (+0,9%, unica provincia della regione non in terreno negativo) e Piacenza 24^ (-7,5%).

Per quanto riguarda invece le importazioni, Bologna con 8,131 miliardi di euro scende in 7^ posizione, con una posizione persa rispetto al 2019. Milano (merci importate per 63 miliardi di euro), Roma, Torino, Verona, Arezzo e Bergamo precedono la nostra area metropolitana in questa graduatoria. Tra le 22 province che nel 2020 hanno importato merci per oltre i 5 miliardi di euro (erano 27 nel 2019), sono presenti solo altre due province della nostra regione: Piacenza, 20^ con 5,6 miliardi e Modena, 21^ con 5,2 miliardi di euro. Oltre a Piacenza, cresciuta del 6,7% sul 2019, l’altra provincia della regione ad aver visto una variazione positiva delle importazioni è Ferrara (+1,4%).

Tranne Piacenza, che registra un saldo negativo di 83 milioni di euro, tutte le altre province della regione segnano un valore positivo nel computo del saldo commerciale; questo valore diventa particolarmente accentuato per quanto riguarda Bologna (+7 miliardi di euro), Modena (+6,9 miliardi) e Reggio-Emilia (+5,8 miliardi). La maggior parte delle aree in cui si riscontra un attivo della bilancia commerciale, indicato dal colore blu nel grafico, è concentrata nell'Italia settentrionale, mentre nell'Italia meridionale e insulare è presente la maggior parte delle province la cui bilancia commerciale è in rosso. La provincia che registra il saldo migliore è quella di Vicenza (+8,8 miliardi), seguita da Brescia, Bologna, Firenze e Modena. Oltre a Milano (-23,5 miliardi di euro), chiudono la graduatoria dei saldi negativi le province di Roma (-10 miliardi) e Pavia (-3 miliardi).

Import-Export della Città metropolitana di Bologna nel 2020 verso il Mondo

Questo grafico Tableau mostra l'andamento degli scambi commerciali della Città metropolitana di Bologna con il resto del mondo nel corso del 2020. E' composto da 4 dashboard, 1 relativa alle esportazioni (valori assoluti in migliaia di euro), 1 relativa alle importazioni (valori assoluti in migliaia di euro), 1 relativa ai saldi commerciali (in blu quelli positivi e in rosso quelli verso cui la bilancia commerciale pende in passivo). Tutte le dashboard sono navigabili. L'intensità del colore corrisponde al valore assoluto rilevato dal fenomeno. E' possibile zoomare per vedere meglio il territorio indicato e inoltre, posizionandosi su una determinata nazione con la freccia del mouse vengono evidenziati il nome della stessa e il valore in migliaia di euro della variabile presentata nel grafico. I grafici delle esportazioni e delle importazioni sono presentati in serie storica a partire dal 2013, agendo sul filtro dell'anno si può verificare l’andamento del fenomeno nel tempo; i due grafici dei saldi commerciali invece sono limitati alla situazione dell'ultimo anno solare.

Le merci prodotte nella nostra provincia confermano il proprio appeal nei confronti di Germania (1,7 miliardi di euro), Stati Uniti (1,6 miliardi), Giappone (1,5 miliardi) e Francia (1,1 miliardi). Da segnalare il cambio in testa alla graduatoria, dove gli Stati Uniti, calati di 201 milioni su base annua (-10,9%), sono soppiantati dalla Germania (in calo moderato, -5,9%). Da segnalare l’exploit del bacino giapponese: le merci partite dalle aziende felsinee alla volta del Sol Levante hanno confermato il trend di crescita molto rilevante iniziato nel 2019, quando in un solo anno sono triplicate, passando da circa 500 milioni a oltre 1,4 miliardi; nonostante la pandemia le esportazioni verso il Giappone sono in aumento del +8,7%, superando il miliardo e mezzo di euro. Sono oltre 200 le “entità nazionali” (stati nazionali o domini) in cui le aziende bolognesi vendono i propri prodotti.
Alle spalle delle 4 nazioni citate, si collocano Regno Unito, Spagna, Polonia e Cina (con esportazioni tra i 900 e i 500 milioni). Tra le prime 32 nazioni che acquisiscono le nostre merci (cioè alle nazioni verso cui l’export supera i 100 milioni di euro), 13 fanno parte dell'Unione Europea a 27: la flessione sul 2019 (-7,4%), dell'Unione Europea è in linea con la flessione generale del nostro export; l’Unione a 27 rimane il principale approdo esportativo bolognese (il 40,6% delle merci felsinee è diretto verso gli altri 26 paesi dell’Unione). Considerando sempre le prime 32 nazioni, sono 7 quelle che fanno registrare una variazione positiva rispetto al 2019, nell'ordine Ucraina (+25,3%), Sud Corea, Polonia, Giappone, Svizzera, Svezia e Emirati Arabi Uniti. Le esportazioni verso i BRICS scendono nel complesso del -13,3%.

Per quanto riguarda le importazioni Germania (poco meno di 1,7 miliardi di euro), Cina (963 milioni) e Belgio (827 milioni), si confermano i principali mercati dove le imprese felsinee acquisiscono i prodotti necessari a soddisfare il proprio fabbisogno. E' interessante notare come tra le prime 32 nazioni nella graduatoria delle importazioni, ci siano ben 24 membri della analoga graduatoria delle esportazioni. Anche per le importazioni il bacino geopolitico principale si conferma quello dell'Unione Europea, con ben 18 nazioni in testa alla classifica (5,4 degli 8,1 miliardi di euro di import sono stati spesi all'interno dei confini dell'Unione a 27, in flessione dell’8,5% sul 2019). A livello BRICS la decrescita delle importazioni è stata di entità minore rispetto a quella delle esportazioni (-5% su base annua).

Analizzando i 20 Stati che presentano un segno positivo nella bilancia commerciale per la nostra provincia maggiore di 100 milioni di euro, si vede come questa graduatoria sia guidata, in maniera incontrastata, dagli USA, nei confronti dei quali le nostre imprese vantano un attivo di quasi un miliardo e mezzo di euro (in diminuzione dell’11,2% negli ultimi 12 mesi). Il Giappone, in crescita del +10,7%, si colloca in seconda posizione (1,4 miliardi di attivo). Seguono Regno Unito, Francia, Polonia, Russia e Spagna, nazioni verso le quali l’attivo è compreso tra i 590 e i 289 milioni. Come visto nel paragrafo introduttivo, i saldi commerciali, in flessione del -2.8%, sono lievemente cresciuti nei confronti dei paesi UE (+1,8%), mentre, ad esempio, sono calati del -38,2% nei confronti dei paesi BRICS. Estrapolando i paesi del Gruppo di Visegrád o “V4” (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia) dal resto dell’Unione Europea, si vede come la performance commerciale bolognese abbia avuto, nel complesso, una ripresa nei loro confronti; i saldi commerciali delle aziende felsinee verso i Paesi V4 sono aumentati del 6,9%.

Per analizzare gli Stati verso i quali la bilancia commerciale risulta di segno negativo, limiteremo l'osservazione alle ultime 13 nazioni, verso le quali il deficit è minore o uguale a 3 milioni di euro. Il passivo maggiore è nei confronti del Belgio, da cui Bologna importa 530 milioni di euro di beni in più rispetto a quanto esporti, seguito dalla Cina (con 390 milioni di disavanzo). Oltre a queste due nazioni solo Paesi Bassi, Romania e Ungheria fanno registrare cifre superiori ai 100 milioni di euro. Tra le 13 nazioni vero cui il passivo è significativo 7 sono paesi membri dell'UE.

Import-Export della Città metropolitana di Bologna - categorie merceologiche

Questo file Tableau, composto da 1 grafico cui è affiancata una tabella, mostra la suddivisione degli scambi commerciali della Città metropolitana di Bologna in base al settore economico. La tabella entra nel maggior dettaglio specificando le singole componenti merceologiche, a livello di "gruppo" dei settori economici del grafico.

La "meccanica tradizionale" anche nel 2020 è la locomotrice dell’export bolognese: circa un terzo delle esportazioni felsinee è rappresentato da merci di da questo settore merceologico; è comunque importante segnalare come la meccanica tradizionale faccia segnare la battuta d’arresto più rilevante in termini assoluti, con un calo su base annua di oltre 600 milioni. Restano molto rilevanti anche le esportazioni di "mezzi di trasporto" (circa 2,7 miliardi; -227 milioni sul 2019), del comparto "moda" (1,5 miliardi) e del settore "elettrico, elettronico, biomedicale" (1,2 miliardi; in calo di 188 milioni). Meritano un discorso a parte le esportazioni del settore alimentare (che include anche i tabacchi): dopo la crescita di 1,2 miliardi tra 2018 e 2019, si conferma un settore in salute, con oltre 2 miliardi di export, rappresentando il terzo settore come capacità di export; la crescita sul 2019 è di oltre 250 milioni di euro (+14,6%).

Entrando nel dettaglio dei gruppi merceologici, con quasi 2,4 miliardi di euro, la voce principale è quella relativa alle "altre macchine di impiego generale", seguite dagli “autoveicoli”, con circa 1,6 miliardi, e dal tabacco con oltre 1,5 miliardi. E’ proprio quest’ultimo gruppo ad aver registrato la crescita maggiore su base annua, con un incremento di oltre 270 milioni di euro (+21,8%).

Per quanto riguarda le importazioni il settore leader è quello dei "mezzi di trasporto", con 1,5 miliardi di euro di importazioni; alle sue spalle ci sono 4 categorie merceologiche con importazioni tra circa un miliardo e 1,2 miliardi di euro nell'ordine: "moda", "elettrico, elettronico, biomedicale", "chimica, gomma, plastica" e "meccanica tradizionale". Entrando nel dettaglio, a livello di gruppo economico sono le importazioni relative agli autoveicoli a ricoprire la quota più rilevante, con 815 milioni (-14%).

Il 56,2% dei saldi commerciali bolognesi sono frutto delle vendite di prodotti della "meccanica tradizionale". Nel 2020 l'attivo di questo settore è stato di poco superiore ai 3,9 miliardi di euro, in calo di 450 milioni sul dato del 2019. Il settore alimentare, grazie ai tabacchi, fa registrare un saldo superiore agli 1,4 miliardi di euro, in crescita di oltre 300 milioni su base annua.