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Banca d'Italia: L’economia dell’Emilia-Romagna

In Emilia-Romagna nel 2017 e nei primi mesi del 2018 l'attività economica ha continuato a crescere, sostenuta dagli investimenti e dalle esportazioni.

Le imprese

La produzione industriale è aumentata per il terzo anno consecutivo in tutti i comparti e con particolare intensità nella metalmeccanica; la congiuntura nelle costruzioni ha mostrato qualche debole segnale di ripresa. Il settore terziario ha registrato una crescita moderata, sostenuta dal turismo e dai trasporti.

Dopo una diminuzione più accentuata di quella media italiana, la dinamica della produttività totale dei fattori delle imprese della regione si è invertita, allineandosi nel 2014-15 a quella nazionale. I livelli di produttività delle imprese della regione restano peraltro superiori a quelli italiani.

Fra i settori di eccellenza della regione, il comparto alimentare e quello del packaging hanno attraversato la doppia recessione aumentando significativamente fatturato ed esportazioni; l'espansione è stata più intensa per il comparto del packaging, riflettendo la maggiore intensità tecnologica della produzione.

L'accelerazione della domanda mondiale ha sostenuto la crescita delle esportazioni in tutti i mercati di sbocco e con un contributo significativo di quelle di macchinari. È proseguito il recupero delle quote di mercato favorito dalla specializzazione dell'industria regionale in settori a domanda in crescita sostenuta. La partecipazione del sistema produttivo regionale a filiere globali del valore è elevata.

La fase di recupero della redditività delle imprese continua ininterrottamente dal 2013, accrescendo la capacità di autofinanziamento e la liquidità; i divari fra settori e fra imprese grandi e piccole stentano a colmarsi. Nel 2016 la redditività della manifattura è stata di oltre tre volte superiore a quella delle costruzioni; quella delle imprese di minore dimensione si colloca ormai stabilmente oltre un punto percentuale al di sotto di quella delle imprese medio-grandi. Le imprese attive nei settori a maggiore intensità tecnologica e a competenze più elevate raggiungono livelli di redditività notevolmente più elevati della media.

Il maggiore ricorso all'autofinanziamento ha limitato la domanda di prestiti bancari delle imprese, che sono rimasti stabili anche nel 2017. Le condizioni di offerta di credito permangono favorevoli, in particolare per le imprese più solide. Le banche hanno continuato a mantenere un atteggiamento più prudente nei confronti dell'edilizia.

Il mercato del lavoro

È proseguita la crescita dell'occupazione e delle ore lavorate, anche se a tassi inferiori a quelli medi nazionali. L'aumento ha riguardato i lavoratori dipendenti, gli uomini, le persone con più di 54 anni e quelle con almeno il diploma. La domanda di lavoro qualificato è stata più intensa nelle province in cui si concentrano maggiormente imprese grandi e operanti in settori a tecnologia medio-alta. Il tasso di disoccupazione medio si è ulteriormente ridotto ma è rimasto stabile per i giovani.

Le famiglie

Il miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro e le valutazioni positive sulla situazione economica da parte delle famiglie hanno sostenuto i consumi. La quota delle famiglie povere è rimasta stabile nel 2016, inferiore al dato italiano; la distribuzione dei redditi in regione si è mantenuta più equa di quella nazionale.

L'indebitamento delle famiglie è ulteriormente cresciuto; sono aumentati sia i mutui sia il credito al consumo, riflettendo la dinamica degli acquisti di abitazioni e di beni durevoli, nonché condizioni di accesso al credito distese. In presenza di modesti rendimenti offerti sulla raccolta bancaria a scadenza, il risparmio finanziario si è diretto verso altre forme d'investimento, come depositi in conto corrente o quote di fondi comuni. Fra il 2008 e il 2016 l'aumento del valore delle attività finanziarie nei portafogli delle famiglie ha controbilanciato la diminuzione di quello delle attività reali, dovuta al calo dei prezzi delle case, mantenendo stabile il valore corrente della ricchezza netta.

Il mercato del credito

La riduzione del numero di intermediari operanti sul territorio regionale è stata più intensa rispetto agli anni precedenti, a seguito di operazioni di fusione e ristrutturazione che hanno coinvolto in particolare le banche di credito cooperativo, oggetto di un importante processo di riforma ancora in corso. Anche il numero di sportelli bancari si è ridotto in favore dei canali telematici, proseguendo una tendenza in atto da diversi anni. Lo stock di crediti deteriorati è diminuito, beneficiando sia della diminuzione del flusso di nuovi crediti problematici sia dell'intensificarsi delle operazioni di cessione e di stralcio attivate dagli intermediari.

La finanza pubblica

Nel triennio 2014-16 le entrate correnti degli Enti territoriali sono leggermente aumentate; la spesa è diminuita, soprattutto quella in conto capitale. La flessione di quest'ultima è proseguita anche nel 2017, nonostante dal 2016 sia subentrato un nuovo sistema di regole di bilancio, più favorevole alla spesa per investimenti. Nel 2017 il prelievo fiscale locale sulle famiglie è lievemente cresciuto, pur risultando inferiore alla media delle RSO. È proseguito il calo del debito delle Amministrazioni locali, la cui incidenza sul PIL nel 2017 è rimasta inferiore alla media nazionale.